Articolo aggiornato il 6 settembre 2021

Cucina in impiallacciato o laminato? Qual è il significato di impiallacciatura? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questi materiali?

Leggi il nostro articolo per trovare risposte alle tue domande: scoprirai cosa sono i laminati, cosa significa impiallacciare e le principali differenze tra questi materiali, sempre più utilizzati nell'arredamento moderno.

 

Che cos’è il legno laminato (nei mobili)?

Il laminato è un rivestimento composto da strati di carte impregnate di resine termoindurenti (melaminiche e fenoliche), applicati su un pannello di MDF, truciolato o tamburato e sottoposti a una pressione più o meno elevata. È conosciuto anche come fòrmica dal nome della Formica Products Company, società americana che brevettò questo materiale come sostituto della mica.

Secondo lo standard, i fogli di laminato hanno uno spessore di circa 0,6/0,7 mm, anche se non è raro imbattersi in laminati di 1,2 mm o in pannelli autoportanti di 2 cm detti compatti. Se lo spessore del pannello varia a seconda della tipologia, quello che resta pressoché costante è la sua stratificazione interna.

Di norma, i laminati sono composti da 3 strati. Procedendo dalla superficie al cuore del pannello, si trovano:

  • l’overlay, ovvero un film in pura cellulosa impregnato di resina melaminica con funzione protettiva
  • un foglio decorativo su cui sono riprodottii motivi e i colori visibili sul pannello
  • il kraft, ovvero una stratificazione di fogli di carta robusti e resistenti impregnati di resine fenoliche.

Ogni elemento ha una funzione ben precisa e contribuisce a definire la qualità del materiale. Se la pellicola è indispensabile per creare uno strato di protezione da calore, graffi o liquidi, il foglio decorativo risulta altrettanto importante per nobilitarne l'aspetto.

Infatti, a parità di disegno, una stampa accurata restituirà un pannello più fedele all'originale ed esteticamente più gradevole.

 

I tipi di laminato

In commercio esistono diversi tipi di laminato, classificati a seconda della procedura di lavorazione o dei fogli decorativi applicati.

In base alla lavorazione si parla di:

  • HPL (acronimo dell’inglese High Pressure Laminate), ovvero un pannello ottenuto dalla forte pressione dei fogli con presse piane abbinate ad alte temperature, tecnica che consente la policondensazione delle resine e rende il materiale molto resistente
  • CPL (acronimo dell’inglese Continuous Pressure Laminate), ovvero un pannello sottoposto ad una pressione minore ma costante efettuata con presse a rullo (chiamate calandra)
  • CHPL (acronimo dell’inglese Continuous High Pressure Laminate), un pannello di nuova generazione sottoposto a pressione continua in calandra per ottenere un laminato molto simile a quello ad alta pressione
Mobile bagno con top in HPL effetto marmo Vittoria
Dettaglio del top bagno in laminato effetto marmo scuro Vittoria

Mobile bagno su misura con vasca in HPL Vittoria


In base al materiale del foglio decorativo utilizzato si ottengono diversi tipi di laminato, tra cui:

  • laminato melaminico: pannello di legno rivestito con fogli di carta impregnati di resina melaminica, che può essere verniciata in superficie
  • laminato polimerico, in cui del materiale sintetico (PVC) è applicato sul supporto di legno. Il foglio plastico viene riscaldato, stirato, adeso alla superficie e ripiegato lungo i bordi affinché il rivestimento interessi la totalità del pannello. Grazie alla capacità di stiratura, che differenzia i polimerici da altri tipi di laminato, questo materiale è impiegato nella produzione dei rivestimenti 3D
  • laminati di nuova generazione: il PET, materiale plastico evoluto, resistente e setoso al tatto, completamente riciclabile, igienico e privo di emissioni tossiche; il Fenix NTM®.
Cos'è il laminato Fenix NTM®?

Si tratta di un tipo di laminato ottenuto da lavorazioni nanotecnologiche e composto da resine acriliche fissate sul pannello con polimerizzazione a freddo. Quanto a caratteristiche tecniche, presenta una superficie anti-impronte digitali che ha la capacità di ripararsi termicamente.

Nello specifico, questa proprietà di rigenerazione del materiale permette di riparare piccoli graffi o segni con l'ausilio del calore e riportare, così, la superficie del laminato a uno stadio pressoché originale.

Il Fenix esiste anche nella variante stratificata, in cui lo spessore del laminato raggiunge il centimetro. Questa differenza strutturale permette di non dover ricorrere a materiali di supporto (mdf o truciolare) e di poter sagomare il piano senza l'applicazione successiva di bordi plastici di copertura.

Impiegato per fabbricare top da cucina eleganti e resistenti, il Fenix NTM® non imita l'effetto legno, ma è proposto in una gamma di colori neutri e di tendenza: scale di grigi, nero, bianco, beige, tortora, anche ad effetto materico. Estremamente opaco e liscio, vanta una resa estetica notevole e particolarmente apprezzata.


Colori di laminato Fenix Colori di laminato Fenix effetto materico

Infine, a seconda dell’effetto estetico ottenuto, in commercio si trovano:

  • laminati bianchi: lucidi oppure opachi, a effetto laccato liscio o con texture materica

  • Selezione di laminati bianchi
  • laminati colorati: declinati in numerose sfumature, dalle più sature alle più tenui

  • Selezione di laminati colorati
  • laminati in effetto legno: chiamati anche "finto legno", comprendono una vasta palette di essenze chiare e scure, anche ad effetto laccato bianco, grigio, grafite, nero, oppure invecchiato

  • Selezione di laminati effetto legno
  • laminati materici decorativi: riproducono fedelmente la texture di materie naturali o tessili, con pattern che restituiscono un'impressione di porosità, irregolarità e dinamicità per una resa estetica ricca di particolari

  • Selezione di laminati decorativi
  • laminati effetto marmo: fogli laminati il cui disegno imita le screziature pregiate del marmo Calacatta, Bianco di Carrara, Statuario, Botticino, Granito e Travertino così come il disegno dei marmi colorati o di quelli grigi, neri, marroni, con venature ton sur ton o in contrasto

  • Selezione di laminati effetto marmo
  • laminati effetto pietra: dall'aspetto irregolare e materico, notoriamente declinati in molte sfumature di grigio, possono imitare anche l'aspetto del porfido, dell'ardesia o della pietra Piasentina

  • Selezione di laminati effetto pietra
  • laminati effetto cemento: impiegati negli arredi in stile industriale, possono riprodurre anche l'effetto delle spatolature grezze

  • Selezione di laminati effetto cemento

Caratteristiche tecniche del laminato

Come per tutti i materiali, le caratteristiche del laminato possono cambiare a seconda del tipo di pannello, ma i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi. Se ne stai valutando l’acquisto, il consiglio è di scegliere un laminato HPL, considerato dagli esperti come il migliore del gruppo.

In particolare, il laminato ad alta pressione presenta le seguenti caratteristiche tecniche:

  • durezza, compattezza e omogeneità
  • buona resistenza agli urti, alle sollecitazioni meccaniche e ai graffi; ottima resistenza all’usura
  • impermeabilità e resistenza all’umidità, alle infiltrazioni e al vapore
  • resistenza al calore, ma non a quello elevato (il limite si aggira intorno a 180° per l'HPL)
  • resistenza alle macchie e al calcare
  • ottima igiene e antistaticità
  • praticità di utilizzo
  • ricchezza cromatica e resa estetica gradevole, soprattutto nel caso dell’effetto legno o pietra
  • stabilità alla luce e resistenza alla luce solare (questo è dovuto alla natura sintetica della stampa)
  • durata di vita lunga
  • manutenzione rapida e ridotta

Tra i principali svantaggi del laminato si annovera il colore rossastro delle resine fenoliche, che nel caso di laminati molto chiari potrebbe risultare leggermente visibile (fanno eccezione i pannelli di nuova generazione).

A parità di materiale, il laminato lucido è meno resistente ai graffi, al punto che gli addetti del settore lo paragonano al laccato.


Mobili in laminato

In virtù delle sue molteplici caratteristiche, il laminato è frequentemente impiegato negli arredi domestici al posto del legno vero. Trova impiego nei complementi o nelle soluzioni componibili per il salotto e il soggiorno, negli armadi della camera o nei tavoli da pranzo, senza dimenticare la cucina.

I laminati in PVC o PET sono applicati preferibilmente su superfici verticali che non subiscono particolari sollecitazioni. Nel caso delle ante bugnate o a telaio, i fogli polimerici subiscono un processo di riscaldamento che permette di rivestire tutta la superficie lignea, compresi i bordi ed eventuali irregolarità del pannello.

Il laminato HPL, invece, è in assoluto la scelta migliore per le superfici orizzontali sottoposte a sollecitazioni severe, come appunto il piano della cucina. Il laminato stratificato HPL ne rappresenta l'evoluzione. Oltre ad averne ereditato le caratteristiche, questo materiale ha perfezionato la sensibilità al calore e l’impermeabilità, doti che lo rendono particolarmente apprezzato nelle cucine moderne.

Non resta che citare nuovamente il laminato Fenix NTM®: dati l’impatto estetico notevole, la resistenza all’usura e la capacità di auto-rigenerazione, è uno dei materiali più utilizzati per personalizzare top, alzate, paraschizzi e schienali da cucina, ma anche i piani dei tavoli da pranzo.


Cucine in laminato

Cucina con penisola effetto marmo Klab 01
Dettaglio del piano effetto marmo Klab 01

Cucina a ferro di cavallo in effetto marmo Klab 01


Cucina in effetto cemento grigio con penisola Five 08
Dettaglio dei frontali in effetto cemento Five 08

Cucina a penisola in effetto cemento grigio Five 08


Cucina con piano in laminato effetto pietra Fourty 02
Dettaglio del top della cucina in effetto pietra Fourty 02

Cucina lineare con top effetto pietra Fourty 02


Cucina con laminato in effetto corten Six 08
Dettaglio del top da cucina in laminato effetto corten Six 08

Cucina con piano e alzata in laminato effetto corten Six 08


Tavoli in laminato

Tavolo con piano in fenix bianco Jason
Dettaglio del piano tavolo in fenix bianco

Tavolo da pranzo allungabile con piano in fenix bianco Jason


Tavolo in laminato effetto rovere Albus
Dettaglio del piano tavolo in laminato rovere Albus

Tavolo allungabile oltre 3 metri con piano effetto legno Albus


Tavolo in laminato effetto cemento Jeremy
Dettaglio del piano tavolo in effetto cemento

Tavolo con allunga centrale a libro Jeremy


Armadi in laminato

Armadi in laminato bianco ed effetto legno della collezione Tilt


Armadi in laminato effetto materico della collezione Pacific


Manutenzione: come pulire un top o un mobile in laminato?

Come abbiamo visto, il laminato è un materiale resistente e duraturo, rapido da pulire e di facile manutenzione. Basta seguire pochissimi accorgimenti per garantire ai mobili in laminato una lunga vita e un aspetto sempre impeccabile.

Per la pulizia ordinaria, è sufficiente utilizzare un panno morbido in microfibra imbevuto in acqua e sapone neutro e strofinare dolcemente il piano. In alternativa si può usare anche l’aceto, ottimo per sciogliere il calcare in modo naturale ed ecosostenibile.

L’importante è ricordarsi di strizzare il panno e asciugare bene la superficie trattata perché ristagni di acqua potrebbero, alla lunga, creare piccoli e antiestetici rigonfiamenti nei punti di giuntura. È utile rimuovere immediatamente anche macchie di vino o caffè, quando sono ancora liquide, per prevenire la formazione di aloni sul piano della cucina.

Non bisogna utilizzare pagliette, creme abrasive o detersivi in polvere, soprattutto sui laminati lucidi, perché si rischierebbe di graffiarli irrimediabilmente e di rimuovere la pellicola protettiva.

Da evitare anche l’uso di acetone, trielina, ammoniaca o detergenti aggressivi che potrebbero danneggiare l’omogeneità e la lucentezza del colore. Inoltre, è bene non utilizzare il top come piano di taglio né per appoggiare pentole molto calde, perché nonostante la sua resistenza, il materiale potrebbe danneggiarsi.

Nel caso di laminati polimerici, è sconsigliato l’uso di getti di vapore durante la pulizia.

 

Che cos’è l’impiallacciato?

Partiamo da una semplice definizione: impiallacciare significa rivestire una superficie lignea con sottilissimi fogli di vero legno nobile.

Questa operazione di falegnameria, chiamata impiallacciatura, può essere applicata su pannelli di varia natura: truciolare, compensato, multistrato, MDF o tamburato, giusto per citare i più comuni.

Utilizzata fin dal Rinascimento, l’impiallacciatura era conosciuta con il nome di lastronatura, una tecnica che consisteva nel ricoprire legno di scarso valore con lastre di essenza di circa 6 millimetri.

L’evoluzione della tecnologia e l’introduzione di macchinari sempre più precisi hanno permesso di perfezionare le tecniche di taglio fino ad ottenere fogli di pochi decimi di millimetro, usati anche per impiallacciare superfici curve.


Sedia senza braccioli in legno impiallacciato Sparta
Dettaglio della sedia in legno impiallacciato Sparta

Sedia senza braccioli in legno impiallacciato Sparta


Processo di impiallacciatura: le fasi

1. Scortecciatura e taglio

È la prima operazione di lavorazione del legno, in cui il tronco è privato della corteccia e di eventuali irregolarità. Il blocco ottenuto è porzionato in blocchi più piccoli e sottoposto ad una prima e grossolana rifilatura. Successivamente, il legno subisce un’operazione di vaporizzazione per allentare le fibre e garantire una qualità di taglio ottima.

2. Tranciatura

Si tratta della vera e propria fase di creazione dei piallacci. I blocchi di legno sono sottoposti ad un’operazione di taglio che può avvenire con lame o laser. Si tratta di una fase determinante, poiché la direzione di taglio (transversale o longitudinale) definisce l’orientamento delle fibre e il disegno visibile sui tranciati.

Oltre alla tranciatura, esiste una tecnica chiamata sfogliatura: in questo caso, il taglio viene effettuato con movimento rotatorio, alle volte anche sul tronco tondo. I piallacci così ottenuti sono più grandi, ma la loro resa estetica è meno pregiata.

3. Essiccazione

Una volta tagliati, i piallacci sono essiccati, stirati, spianati e accorpati in più fogli detti pacchi.

4. Impiallacciatura

È la vera e propria fase di creazione del legno impiallacciato. I piallacci sono ulteriormente rifiniti, accostati tra loro e incollati sul supporto ligneo.


Classificazione degli impiallacciatii

Come abbiamo visto, l’impiallacciatura si basa sull’utilizzo di legno nobile per rivestire mobili meno pregiati ed ottenere una resa estetica davvero impagabile. A questo proposito, per classificare i legni impiallacciati ci si riferisce a:

  • la disposizione dei tranciati, che a seconda del loro accostamento creano pattern di fiammature e venature parallele o asimmetriche (si parla di disposizioni “a correre”, “a libro” o “baciata”)

  • l’orientamento delle fibre del legno, per cui si distinguono piallacci fiammati, rigati e misti, con venature orizzontali o verticali

  • Palette di legni impiallacciati - orientamento delle venature


  • le laccature e le tinture: l'impiallacciato può essere naturale, verniciato, laccato, tinto (sono noti il rovere e il frassino tinti grigio o wengé, i bianchi classici o a effetto décapé, ma anche colori saturi come verde, blu, viola)

  • Palette di legni impiallacciati - laccature e tinture


  • il tipo di essenza: nazionali o esotiche, tra le essenze impiallacciate più diffuse ci sono il noce nazionale, il canaletto, l'ulivo, il mogano, il frassino, l'olmo, il rovere, il palissandro, l'eucalipto, il ciliegio, l’acero, la betulla, l’ebano, l'ontano, il tanganika. A questi si aggiungono i legni di recupero come quello riciclato dalle briccole della laguna di Venezia

  • Paletti di legni impiallacciati - essenze di legno


  • le sfumature del legno: chiare o scure a seconda dell'essenza

  • Palette di legni impiallacciati - sfumarure chiare e scure


  • la lavorazione: il trattamento che il piallaccio subisce per restituire una certa resa decorativa (sbiancato, décapé, affumicato, ossidato, anticato, spazzolato, segato,...)

  • Palette di legni impiallacciati - tipi di lavorazione


Da sapere
Finora abbiamo considerato i piallacci come fogli ricavati dal tronco degli alberi, ma bisogna precisare che non sono i soli. Ne esistono altri due tipi: i piuma e la radica.

Gli impiallacciati piuma sono ottenuti dalla tranciatura della porzione di tronco da cui dipartono i rami. La radica, invece, è una massa legnosa molto fibrosa, che si trova in prossimità delle radici. Particolarmente apprezzata per l’intricato gioco di venature, la radica di noce è in assoluto la tipologia più celebre.

Dettaglio del piano in legno e radica del tavolo Asako
Dettaglio dell'anta di credenza in radica Keita

Dettaglio di un piano tavolo e di un'anta di credenza con inserto in radica


Caratteristiche tecniche del legno impiallacciato

Riassumendo, le principali caratteristiche del legno impiallacciato sono:

  • buona impermeabilità e stabilità
  • resistenza ai graffi, al calore e alla luce *
  • manutenzione rapida e pulizia facile
  • ottima ecosostenibilità
  • ricca gamma di essenze, colori e motivi
  • unicità, calore e aspetto tipici del vero legno
  • costi contenuti rispetto al massello

Precisazione
Trattandosi di un rivestimento in vero legno, l'impiallacciato potrebbe presentare, nel corso degli anni, le tipiche e lievi variazioni che interessano i materiali naturali. Uno fra tutti, il cambiamento cromatico, che si accentua in caso di prolungata esposizione alla luce diretta del sole.


L'impiallacciato nei mobili

Pregiato ed elegante, l’impiallacciato è diventato uno dei principali materiali utilizzati nel mondo dell'arredamento per la produzione di mobili di qualità eccellente. Per quanto riguarda l’ambito domestico, è possibile integrare arredi impiallacciati in qualsiasi ambiente della casa:

Cucina completa in legno impiallacciato rovere Six 13
Cucina con tavolo impiallacciato rovere nodato

Cucina con penisola in impiallacciato rovere nodato Six 13


Cucina angolare in legno impiallacciato Six 16
Dettaglio dell'anta impiallacciata

Cucina angolare senza pensili con ante in legno impiallacciato Six 16


Cucina con piano snack in legno impiallacciato Six 11
Piano con legno impiallacciato tranché, dettaglio

Cucina con piano snack in impiallacciato tranché Six 11


Tra gli arredi in legno impiallacciato possiamo annoverare anche mobiletti intarsiati, in cui piallacci di dimensioni ridotte sono utilizzati per creare disegni e motivi decorativi di forte impatto. In Italia, i mobili in stile Maggiolini sono un vero e proprio punto di riferimento per gli estimatori del genere.


Come pulire il legno impiallacciato

La manutenzione dei mobili in impiallacciato è tanto semplice quanto quella del laminato. Trattandosi però di vero legno, è bene rispettare qualche accortezza in più per godere a lungo della sua qualità e della sua bellezza.

Per la pulizia ordinaria è sufficiente munirsi di un panno morbido, inumidito con acqua e ben strizzato. Sono da evitare spugnette o panni abrasivi e detergenti non idonei. Prima di pulire, è indicato spolverare la superficie da trattare; in seguito, è sufficiente passare il panno umido seguendo le venature del legno e asciugare accuratamente.

 

Impiallacciato e laminato: le differenze

Dopo aver chiarito cos’è il laminato, di cosa è fatto l’impiallacciato e le rispettive caratteristiche, non resta che riassumere quali sono le principali differenze tra i due materiali. Se non sai dove orientarti o cosa scegliere, prima di affrontare un acquisto definisci le tue esigenze, le tue aspettative e un orizzonte di spesa da rispettare.

Se ti trovi nella condizione di dover scegliere tra un mobile in laminato e un arredo in impiallacciato, puoi valutare questi elementi:

  • il rivestimento: il laminato è ricoperto di materiale sintetico, mentre l’impiallacciato è rivestito in vero legno
  • l’aspetto: l’impiallacciato preserva le caratteristiche autentiche del legno (colore, venature, sfumature), mentre il laminato ne imita, seppur magistralmente, l’effetto
  • la varietà di gamma: entrambi i materiali presentano una gamma di colori e texture ricca e variegata. I pannelli in legno laminato possono riprodurre anche effetti materici come la pietra, il marmo o il cemento; l’impiallacciato, invece, si limita alle essenze più celebri, ma si declina sia in versione naturale che laccata
  • il prezzo: il legno impiallacciato è sensibilmente più costoso rispetto ai pannelli in laminato (ad eccezione dei laminati di nuova generazione come il Fenix NTM®, che hanno un costo più elevato)
  • la manutenzione: i pannelli in laminato sono di facile manutenzione, mentre gli impiallacciati richiedono trattamenti specifici per il vero legno
  • la resistenza: in linea generale, il laminato è più resistente rispetto al legno impiallacciato (il PVC, però, non possiede una grande resistenza al calore)
Approfondimento: i bordi postformati
Il pannello di legno subisce un'operazione di postforming, lavorazione che permette di ottenere una base leggermente arrotondata su cui applicare carta melaminica.

Il rivestimento viene fatto aderire alla superficie del pannello, bordi compresi, con un'operazione di piegatura a caldo. Questo processo garantisce una resa estetica gradevole, senza giunture a vista, ed è impiegato soprattutto per rivestire linee morbide e curve.

In alternativa, il pannello può essere rifinito con bordi applicati sullo spessore. In questo caso, il materiale utilizzato agisce sulla resistenza del piano, dell'anta o del cassetto a cui viene aggiunto. Comunemente, i bordi dei pannelli lignei sono realizzati in materiale plastico come il PVC o l'ABS; tra i due, l'ABS risulta più resistente ad urti, graffi, sollecitazioni meccaniche, all'esposizione alla luce e a diverse temperature.

 

Certificazioni e Norme di Legge

Come per tutti i pannelli a base di legno, la produzione dei laminati e degli impiallacciati è controllata e certificata da normative europee. Le regolamentazioni internazionali definiscono gli standard produttivi e qualitativi che i pannelli lignei devono rispettare, i test di laboratorio da superare e l’elenco delle caratteristiche che il prodotto deve possedere per poter essere lavorato e trasformato per il cliente finale.

Per quando riguarda i laminati HPL o HPDL (sigla che sta per High-Pressure Decorated Laminates), sono due le norme di riferimento: ISO 4586 e EN 438. Quest’ultima, in particolare, classifica il laminato in base alla destinazione d’uso (utilizzo interno o esterno, per superfici orizzontali o verticali, e via dicendo).

Ultima ma non meno importante, la celebre normativa UNI EN 13986 certifica che i pannelli a base di legno appartengano alla classe E1 (a bassa e limitata emissione di formaldeide, materiale che - allo stato gassoso - diventa nocivo per la salute). Prima di valutare un acquisto, è prudente informarsi sulla conformità dei pannelli alla normativa vigente.